Ieri abbiamo occupato lo stabile in via Ostiense 124 e lo abbiamo chiamato Alexis. Alexis vuole essere uno spazio aperto alla città, vuole essere una risposta abitativa per gli studenti che non hanno alcuna agevolazione da parte delle università dal punto di vista di alloggi che vengono messi in affitto e nei quali l’accesso è sempre più limitato se non sconveniente, visto il decentramento degli alloggi che spostano il problema abitativo con quello della mobilità, oltretutto concepiti come mini-caserme (documenti all’entrata). Ma Alexis vuole anche uscire dalla situazione prettamente studentesca in quanto poi parlare di soggettività studentesca oggi è qualcosa di molto difficile, preferiamo parlare di precari in formazione, essendo questo soggetto inserito da subito nella totale precarietà, e quindi pensare ad una casa anche dei precari e delle precarie in un contesto sociale e con un mercato del lavoro non solo disastroso, ma sempre più portato verso il baratro da parte delle misure di austerity messe in campo per il mantenimento del sistema economico-politico.
Tutti noi siamo già da tempo nella giungla della precarietà e ci ritroviamo nel “gioco” delle 47 modalità contrattuali o a nero a dover accettare lavori sottopagati e prese in giro varie, qualcosa di sempre più diffuso, ma la necessita di non accettare questa condizione si fa sempre più forte.
Alexis quindi si colloca in uno spazio cittadino, di una città dove l’abuso edilizio e la speculazione sono altissimi, dove sono più le case senza persone che le persone senza case, ma anche direttamente nello spazio territoriale dove a pochi metri si compie una grandissima speculazione su quello che era l’ex “quartier generale” acea tenuto in affitto al costo di un miliardo e mezzo l’anno da parte della regione , vuoto e frutto delle speculazione di più privati, aziende, costruttori noti e in un territorio che subisce fortemente in maniera negativa la presenza di una grande fabbrica, “la fabbrica del sapere” di Roma3.
Allo stesso tempo Alexis vuole collocarsi in uno spazio transnazionale ed Europeo, perché sente forte il bisogno di una connessione e di generalizzare il conflitto in tutti gli ambiti sociali, sente il forte bisogno di cambiamento e di alterità, vuole darsi come tendenza lo sciopero sociale.
Rivendichiamo reddito, perché non vogliamo piegarci al ricatto del lavoro sottopagato e dello sfruttamento e lo facciamo riprendendocene un pezzetto, smettendo di pagare l’affitto e le case, i soldi che buttano, con cui speculano, devono cominciare a darli alle persone.
Stamattina ci arriva la notizia dello sgombero di sette camini, una delle occupazioni fatte nella giornata di ieri, mentre scriviamo ancora non sappiamo come è andata a finire, speriamo per il meglio, ma comunque vada portiamo la nostra vicinanza e complicità e sappiamo tutti che anche se sgomberati, non finisce qui.
Oggi pomeriggio chiamiamo ad un’assemblea cittadina pubblica dove invitiamo tutte le realtà di movimento a passare , tutti soggetti singoli, gli abitanti del quartiere, studenti e chiunque voglia, a prendere parola con noi e a sentirsi complici di un progetto ed una prospettiva come il nostro, che tende al cambiamento non solo possibile ma necessario.
L’appuntamento è alle ore 18 in via ostiense 124 , nel nuovo studentato/casa dei precari Alexis
Aion Lab