ASSEMBLEA CITTADINA DELLE LOTTE PER IL DIRITTO ALL’ABITARE “I DIRITTI SI CONQUISTANO A SPINTA”

spinta In quest’ultimo anno a Roma la lotta per il diritto all’abitare ha costruito molto, con iniziative simboliche ma soprattutto con iniziative di riappropriazione reali che hanno appagato il bisogno della casa per centinaia di famiglie. Dal 6 Dicembre 2012 ad oggi, abbiamo dato vita a più di 30 occupazioni abitative dichiarando guerra a chi mette in forse le nostre vite; dichiarando guerra a tutte le amministrazioni che preferiscono accontentare i palazzinari piuttosto che risolvere un’emergenza abitativa dilagante. I famosi tsunami tour che sono stati prodotti nei mesi a seguire hanno spiazzato la città perchè contemporaneamente decine e decine di palazzi sono stati aperti per liberare il tempo e lo spazio delle persone, per riappropriarsi, in maniera indiretta, di quel reddito assente dalle nostre tasche, in un sistema dove a controllarci è la moneta . Abbiamo riconquistato una vita migliore, a partire non solo dal fatto che fosse possibile da quel momento non pagare più un affitto, ma occupare le case significa darci la possibilità di avere più spazio da condividere insieme ai nostri familiari e amici e più tempo da sottrarre ai doppi e tripli lavori che siamo costretti a fare per sopravvivere. Abbiamo scelto lo slogan tsunami tour perchè ironicamente volevamo sottolineare che da sempre chi si riappropria delle case in questa città è contro la casta, contro la classe dirigente di questo paese, però preferisce costruire un rifiuto dal basso, costringendo chi dovrebbe a prendersi le proprie responsabilità nei confronti del territorio e nei confronti dell’intero paese. Pensiamo che produrre opposizione significhi produrre conflitto: manifestare incompatibilità e riappropriarsi di ciò che ci spetta. I movimenti per il diritto all’abitare, infatti, ad oggi sono molto di più e acquisiscono forza, insieme ad alte componenti, nel dire chiaramente che sono movimenti contro l’austerity, contro la crisi. Le iniziative romane hanno fatto molto altro, hanno dato tanta forza alle altre città che hanno moltiplicato le occupazioni di case la dove un movimento di lotta per la casa già esisteva, o hanno fatto nascere nuovi movimenti territoriali per il diritto all’abitare e contro la precarietà. Insieme infatti, con la grande sollevazione del 19 ottobre, non siamo riusciti solo a porre la questione a livello locale ma abbiamo interrogato il Ministro Lupi dicendogli che le risorse per l’edilizia popolare, per il risanamento degli edifici scolastici e degli alloggi universitari esistono ma sono nel posto sbagliato, destinati alla costruzione del tav di cui nessuno, valligiani e non, ne vuole la realizzazione. In quella piazza non abbiamo portato solo, e scusateci se è poco, la forza delle lotte sociali con tutte le anime che la compongono abbiamo portato in piazza l’emergenza casa, il no al tav, il no al muos, gli studenti, i precari e abbiamo messo in contraddizione quella classe dirigente che basa il suo potere sulla distribuzione diseguale della ricchezza. Ne usciamo infatti convinti che non esistono trattative possibili su messaggi così netti, che la loro inadeguatezza non è curabile sostituendoci a loro ma che invece continueremo per la strada del conflitto a non rassegnarci alla miseria e alla morte che ci stanno preparando. Vediamo in questi giorni finalmente arrivare una delibera regionale con un piano di emergenza straordinario che abbiamo strappato lottando in questi mesi, ma si parla pur sempre di briciole, si parla veramente di un granello di sabbia nel deserto che non è in grado neanche di mettere una pezza su quella che è la disastrosa emergenza abitativa a Roma. Se qualcuno ha pensato che saremmo “stati buoni” grazie a questa delibera lo avvisiamo fin da subito che ne diamo una lettura ben diversa, se non opposta, e cioè che probabilmente siamo solo all’inizio e che dobbiamo continuare su questo livello e per un allargamento della lotta. Dirsi un movimento contro la crisi e contro l’austerity vuol dire proprio questo, essere all’altezza di una fase che ci rendiamo conto quanto sia complicata e difficile da capire, nella frammentazione più totale e con un malcontento diffuso, in cui dare la risposta adeguata non è facile. Rivendichiamo reddito e casa per tutti e tutte nella misura in cui abbiamo tutta l’intenzione, e già l’abbiamo dimostrato, di riprenderceli e non di stare a guardare; di aspettare in fila agli uffici dell’ater piuttosto che qualcuno di illuminato scriva una delibera più o meno vantaggiosa. Sappiamo che in questa città come in tutto il paese “i diritti si conquistano a spinta” e non c’è diritto e non c’è legge che difende le nostre vite tranne le nostre braccia, le nostre gambe e la nostra concreta autodeterminazione e abbiamo ancora tanto da fare. Convinti anche che essenziale in questo processo è la nostra capacità soggettiva di ridisegnare i confini di quello che ci è concesso, osiamo attraversarne la soglia e conquistare quel mondo inesplorato e tutto da costruire che rappresenta l’alternativa che vorremmo. Innanzitutto casa e reddito, poi ne riparliamo! Di questo vorremmo parlare all’occupazione di porto fluviale il 30 Gennaio alle ore 17 per organizzarci verso una nuova primavera di lotta e riappropriazione

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